“L’ascesa avviene in solitudine, in un lungo e tortuoso viaggio, nel corso del quale nessuna tappa può essere bruciata, nessun ostacolo può essere ignorato e nessuna prova evitata. Il nostro tempio interiore non è solamente al centro della nostra anima e della nostra coscienza, è all’apice delle nostre

pene, dei nostri desideri, in quel luogo inaccessibile della nostra geografia psichica in cui l’atmosfera è così luminosa e così limpida che tutto ciò che ci vive e tutto ciò che cresce sembra animato da una stessa trasparenza, una stessa presenza di felicità.”
Svami Yogananda Giri (Da “Lettere a Svamiji” - Induismo nel mondo n.3)

 
 

La sadhana, o esercizio della disciplina, è il fondamento del sentiero spirituale ed è seguita costantemente da chi si dedica alla ricerca della realtà. È il mezzo più efficace per affrontare se stessi, esaminare la propria vita e il proprio agire attraverso il luminoso cristallo delle osservanze e delle etiche dello yoga. La vera sadhana, pratica, non è certo la semplice metodica ripetizione di tecniche apprese, ma è l'applicazione continua dei principi dello yoga, è la capacità di riuscire a cogliere in ogni contesto e situazione i preziosi insegnamenti che la vita ci offre.

La sadhana può essere appresa, secondo la tradizione, solo da un Maestro, e un Ashram è il luogo ideale dove poter ricevere questi insegnamenti e metterli in pratica. I mezzi sono così numerosi che ogni individuo trova quelli più adeguati alle sue esigenze e al proprio temperamento.