Canto devozionale - bhajan
La musica è il linguaggio delle emozioni, che nelle arti più raffinate sono fondamentali: la melodia, raga, viene scelta proprio per stimolare determinate emozioni e stati d'animo nell'ascoltatore.
Il grande mistico della musica indiana Tyagaraja così definisce questa grande arte: "Il gioco che brilla attraverso gana rasa emerge dalla bellissima combinazione di raga (melodia) e tala (ritmo)".
È detto: "La musica e la poesia sono due respiri di Sarasvati, la dea della conoscenza".

Attraverso l'unione armoniosa dei suoni dati dalle note del raga (melodia, emozione, sentimento) con il tala, che è il ritmo appropriato per far scaturire quella determinata emozione, si induce l'anima a cogliere il gioco universale che tutto muove, suscitando lo stato di gana che è uno dei più alti stati della beatitudine umana. La musica è il linguaggio di Dio: Shiva suona il damaru, Krisna suona il flauto e Sarasvati suona la vina; anche il celestiale Narada si accompagna sempre con uno strumento chiamato ekadara.
L'evoluzione delle frequenze di vibrazione delle nostre cellule ci porta in modo naturale a mutare i contenuti della mente, innalzandola sempre di più fino a portarla a sviluppare la coscienza di Dio. Sangita favorisce l'intelligenza, l'immaginazione, le facoltà creativa: ascoltare della buona musica purifica il cuore, sviluppa il senso di umanità e di umiltà. La musica ha il potere di donare tranquillità mentale ed inoltre produce quella gioia, quell'appagamento che l'acquisizione delle cose materiali spesso non riesce a dare.
E' considerata un mezzo di conoscenza per realizzare il Supremo: la sua pratica allontana dagli attaccamenti mondani, elevando sempre più le vibrazioni mentali. Nell'Ashram si porta avanti lo studio e la pratica della musica karnatica tradizionale del sud dell'India.